Comunicato stampa: Una strategia attraverso ed al di là dell'ACTA

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Una strategia attraverso ed al di là dell’ACTA[edit]

Nel corso delle ultime due settimane, gli eventi hanno radicalmente cambiato il corso del dibattito sull’ACTA e la sua procedura di ratifica, sia a livello UE che degli Stati Membri. La tremenda pressione dei cittadini ha chiaramente avuto effetto ed ha alterato gli equilibri di potere. Impaurito dal rischio che l’ACTA potesse essere prontamente respinta, il Commissario Europeo De Gucht è riuscito a ritardarne la procedura per uno o due anni. Con chiari obiettivi in mente, potrebbe essere il momento di guardare anche al di dell’ACTA per capire come possiamo tentare collettivamente di proteggere le nostre libertà online, mentre correggiamo quel regime di copyright malato che ha dichiarato guerra alla libertà di Internet.

L’ACTA potrebbe essere già morto[edit]

Noi, cittadini, possiamo essere orgogliosi

Nel corso del seminario pubblico della scorsa settimana sull’ACTA, tenutosi in presenza del commissario Karel De Gucht e moderato dal MEP Vital Moreira , presidente della Commissione INTA 1 , la tensione manifestata lo ha reso evidente: il Parlamento e la Commissione in questo momento hanno paura dei cittadini e dalle proteste nelle strade. Quella che abbiamo visto durante il seminario è stata la parodia di un dibattito, in cui i relatori erano allo stesso tempo membri della Commissione, accademici, o tra i pochi sostenitori rimanenti dell’ACTA (tra cui il presidente di un lobby pro-ACTA 2 !). Nessun autore, artista o gruppo di cittadini è stato autorizzato al panel, nonostante la richiesta di partecipazione da parte de La Quadrature.

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Tuttavia, il professor Michael Geist, non è stato così mansueto come quelli che lo avevano invitato si sarebbero aspettati. Il suo tagliente intervento 3 ha meticolosamente dettagliato la maggior parte dei punti che rendono l’ACTA del tutto inaccettabile ed illegittimo. Quando il pubblico ha vigorosamente applaudito il suo intervento, il presidente Moreira si è sentito così a disagio che ha minacciato di escludere chiunque perseverasse nel “protestare”, in sostanza vietando gli applausi ad un seminario pubblico al Parlamento Europeo. Agli spettatori è stato anche proibito di fornire testi scritti ai partecipanti. La maggior parte dei Deputati che ponevano domande ai partecipanti erano contrari all’ACTA, come lo erano i pochi fortunati membri del pubblico (che hanno riempimento due sale riunioni) arrivati abbastanza presto per fare la fila con lo scopo di registrarsi per porre domande, ciascuna limitata ad un minuto. Organizzare dibattiti truccati facendo finta di ascoltare la società civile dopo che l’ACTA è stato firmato non cambia nulla a questo punto, ne per Karel De Gucht, ne per il MEP Vital Moreira, che sta cercando disperatamente di aiutarlo.

Se il voto fosse ora, l’ACTA verrebbe sconfitto.” Questa frase si è sentita, in conversazioni private, molte volte nei corridoi del Parlamento Europeo, da deputati, assistenti e membri dello staff di tutti i gruppi politici. E ‘un dato di fatto che la maggior parte del Parlamento da per scontato: l’ACTA è diventato una questione politica di tale livello, ha generato un tale frastuono nella società civile, il gruppo politico più grande – i conservatori del PPE – sono fortemente divisi su di esso ed il testo finale è così ambiguo, che l’ACTA non avrebbe chance di passare se venisse messo in votazione nei prossimi mesi.

Il semi-funerale dell’ACTA[edit]

La strategia di De Gucht, Moreira ed altri fautori dell’ACTA per rimandare la sconfitta

Avviandosi verso un rigetto dell’accordo, il Commissario De Gucht, incaricato dell’ACTA, si è visto costretto a chiedere alla Corte di Giustizia Europea un parere sulla compatibilità di questo “accordo commerciale” con i trattati dell’UE ed i diritti fondamentali. Se la risposta era così importante per lui, il signor De Gucht avrebbe dovuto porre questa domanda alla Corte prima della firma dell’ACTA e non dopo. Questo, se il motivo principale non fosse stato quello di guadagnare tempo e salvare la faccia.

Non è ancora chiaro se il Parlamento UE subirà questa strategia e aiuterà il signor De Gucht. I vari gruppi politici sono incerti se seguire o meno il nuovo relatore, David Martin nel suo tentativo di far si che anche il Parlamento richieda un parere alla Corte di Giustizia Europea. In pratica, i trattati UE definiscono un margine molto ristretto sull’unica domanda che può essere posta 4 , quindi questa mossa non avrà altro effetto che legittimare la strategia di Mr. De Gucht accettando di rinviare la decisione del Parlamento a dopo la risposta della Corte.

Il relatore inglese David Martin, della Commissione (INTA), sembra stia aiutando il Commissario De Gucht nel suo tentativo di disinnescare l’opposizione all’interno del Parlamento, assicurandosi che quest’ultimo non prenda una decisione irreversibile. David Martin aveva annunciato che avrebbe convertito la relazione del Parlamento in una “relazione intermedia” 5, mentre le altre commissioni che lavorano sull’ACTA avrebbero continuato ad affrontare, il progetto stilando e votando i pareri.

Tale mossa dal relatore può avere l’effetto ovvio che, una volta ultimata – potenzialmente nei prossimi sei mesi, il lasso di tempo originale per un voto sull’ACTA prima del deferimento alla Corte di Giustizia - la relazione intermedia possa risultare assolutamente neutrale. Potrebbe non riuscire a suggerire un voto a favore o contro l’ACTA. I pro-ACTA così salverebbero la faccia, non impegnando il Parlamento ad un fermo rifiuto dell’ACTA, e rimandando ogni decisione.

La Corte non potrà emettere un parere su ACTA prima di 12/24 mesi. Il Commissario De Gucht preferisce questa strategia “giocare-sull-attesa”, che gli risparmierà di dover vedere il “suo” ACTA respinto nei prossimi mesi. Questo gli permetterà di reintrodurre l’ACTA per la ratifica entro la fine del suo mandato, o anche di accettare una “semi sepoltura” dell’ACTA (mai ratificato, ma mai esplicitamente rifiutato). Eppure, se l’ACTA tornasse al Parlamento per il voto, ciò potrebbe avvenire in un periodo molto vicino alle prossime elezioni europee, dando così ai cittadini la possibilità di pesare ancor di più nella decisione del Parlamento.

E ‘quindi estremamente importante che noi cittadini influenziamo ogni passo della redazione della “relazione intermedia” . I membri del Parlamento Europeo che hanno espresso la loro opposizione all’ACTA devono garantire che la relazione sia abbastanza forte impegni politici, nonostante la strategia di David Martin di assistere il commissario De Gucht nel disinnescare la discussione. La relazione intermedia non deve essere interpretabile in altro modo che, con una richiesta di rifiuto. In ogni caso, questo cambiamento di pianificazione obbliga i cittadini ad adattare la propria strategia, se vogliono proteggere efficacemente la loro libertà online, così come un Internet libero dagli attacchi delle industrie del copyright. Non dobbiamo aspettare immobili con il rischio di un potenziale ritorno dell’ACTA ad una votazione finale all Parlamento Europeo. Mentre lavoriamo all’elaborazione di una chiara, forte e vincolante “relazione intermedia”, dobbiamo tenere a mente che l’ACTA è solo uno dei molti avatar della “guerra contro la condivisione“ che le industrie del copyright stanno conducendo contro di noi, il grande pubblico.

Il nemico mutaforma[edit]

Una strategia aggiornata per il prossimo anno(i)

Per 15 anni, le politiche del copyright hanno fallito miseramente, perché hanno rifiutato di fare un passo decisivo: stabilire una chiara distinzione tra ciò che i singoli utenti fanno senza alcuna intenzione di profitto (tra cui la condivisione di opere digitali tra di loro) e la violazione commerciale a scopo di lucro di diritti esclusivi. Come risultato, la politica sul copyright è stata debole ed inefficiente nei confronti dei trasgressori commerciali e brutale contro i diritti degli utenti. Inoltre, le risorse per attività creative hanno subito una stagnazione, quando sarebbero dovute crescere parallelamente all’esplosione della creatività in ambito digitale. Un esiguo numero di gruppi di interesse privati ci ha impedito di affrontare le sfide della cultura digitale.

Tale cecità corrisponde all’ostinata e ideologica difesa del commissario De Gucht dell’ACTA, che ripropone la visione delle lobby delle industrie dell’intrattenimento avversarie dell’Internet libera. L’argomento “di base” di De Gucht è che “copiare un file su Internet è come rubare” 6 il che rappresenta una palese assurdità da un punto di vista tecnico e giuridico. Equivale a dire che “la moltiplicazione equivalente alla sottrazione”. Questa non può essere semplice incompetenza o ignoranza da parte di De Gucht, che in realtà è un avvocato. In una dichiarazione circa il rinvio della Corte di Giustizia, ha ulteriormente definito, come diritti fondamentali dell’Unione la “libertà di espressione e delle informazioni, la protezione dei dati e il diritto di proprietà in caso di proprietà intellettuale”. Questo, inoltre, è terribilmente sbagliato 7, fuorviante e pericoloso, come ricordato dal Consiglio Economico e Sociale dell’ONU 8 . I suoi tentativi di imporre, attraverso una backdoor, il concetto che il copyright deve essere bilanciato con la libertà di espressione o la privacy, da soli giustificano le dimissioni del sig De Gucht.

Tale ostinazione spiega le legislazioni repressive che sono state costantemente incoraggiate e si sono accumulate, una dopo l’altra, negli ultimi 15 anni 9 con valutazioni d’impatto minime o nulle ed una costante disconnessione dalle attuali pratiche sociali, culturali o tecnologiche. ACTA è il tentativo più impressionante e pericoloso mai visto fino ad oggi, per come è stato progettato dai Governi per aggirare i processi democratici e le istituzioni internazionali. Ma molte altre iniziative sono in corso 10 e dovrebbero essere viste come altrettante opportunità per i cittadini di alzare la voce. A livello di UE, attualmente stanno avendo luogo molti dibattiti cruciali:

  • L’imminente revisione della Direttiva anti-condivisione IPRED è già stata pianificata dalla Commissione Europea, ed è destinata a divenire l’implementazione repressiva dell’ACTA. Dovrebbe invece essere trasformata in un’opportunità per definire precisi confini riguardo all’ambito di applicazione del copyright, concentrandosi sulle infrazioni a fini di lucro 11 , e tutelando i cittadini che fanno o usano copie senza scopo di lucro.
  • Anche il piano d’azione della Commissione Europea sulla Direttiva sui Servizi Online può essere utilizzato dagli estremisti del copyright per trasformare le Internet Company in polizia e giustizia privata del copyright, spingendole a controllare e censurare le loro reti 12 . Invece, la direttiva deve vietare qualsiasi procedura automatizzata adottata da imprese private, che possa avere un impatto sulla libertà di parola, e fornire forti sanzioni nei confronti degli enti che abusano del “notice and take down” e di altre procedure di enforcement.
  • Queste problematiche devono assumere la forma di dibattito pubblico e democratico. I rappresentanti eletti devono spingersi oltre richiedendo un nuovo ed equo regime di copyright, dove le diffuse pratiche culturali non profit – inclusi file sharing, remix, mash-up e altre opere di trasformazione utilizzate per esprimersi – vengano realizzate tramite le eccezioni legali al diritto d’autore 13 . Ciò si potrebbe ottenere attraverso la riapertura dell’aspramente criticata EUCD 2001/29/CE, la Direttiva sul Copyright dell’Unione Europea, per la quale, dopo più di un decennio dalla sua promulgazione, ancora si attende uno studio di impatto da parte della Commissione UE.


Il Copyright è malato, si espande come un cancro, mettendo in pericolo le nostre libertà e la libertà dell’Internet. I membri del Parlamento Europeo stanno cominciando a capire quanto autentiche ed importanti siano le nostre preoccupazioni. Ma molti di loro devono ancora essere convinti e tutti devono essere messi sotto controllo democratico se non sotto la pressione dei cittadini, fino a quando le nostre legittime richieste saranno accolte. La Commissione Europea e i Governi li dovranno seguire. Abbiamo una responsabilità storica, che va al di là dell’ACTA e riguarda il nostro modo di vivere, lavorare, imparare, e condividere cultura. Collettivamente costruiamo, fruiamo e condividiamo l’Internet libera come un bene comune, e la utilizziamo per cercare di rendere il nostro mondo migliore. Quindi cerchiamo di celebrare le nostre vittorie future, proseguendo il duro lavoro che le renderà inevitabili!

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1. INTA è la Commissione che principalmente si occupa dell’ACTA al Parlamento
2. Olivier Vrins “è anche membro del comitato anti-contraffazione di ECTA, INTA e AIPPI”. Vedi http://conference.ecta.org/IMG/pdf/vrins_cv.pdf
3. http://www.michaelgeist.ca/content/view/6356/125/
4. Vedi l’art. 218,11 TFUE: http://euwiki.org/TFEU # Article_218
5. Una relazione intermedia è equivalente ad una risoluzione. Vedi la regola 81 (3) delle norme comunitarie del Parlamento in materia di procedure: “Dove il consenso del Parlamento è necessario per una proposta di atto legislativa od un progetto di accordo internazionale, la commissione competente può decidere, nell’interesse del raggiungimento di un esito positivo della procedura, di presentare una relazione interlocutoria sulla proposta al Parlamento, comprensiva di una proposta di risoluzione contenete raccomandazioni per la modifica o l’attuazione dell’atto proposto. “(nostra sottolineatura). Fonte: http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+RULES-E
6. Vedere il suo intervento nel corso del primo scambio di opinioni della Commissione INTA. “Penso che probabilmente sia giusto dire che tutti in questa sala conoscono qualcuno che, senza pagare per questo, ha scaricato sul proprio computer una canzone, un album o un episodio di una serie televisiva. Non posso, in coscienza, condonare tale azione. So che ci sono alcune persone che la vedono in modo diverso, i giovani in particolare. Ma per me non c’è differenza morale tra il prendere qualcosa che non è tuo nel mondo fisico e fare lo stesso nel mondo virtuale. La condivisione illegale significa che denaro che sarebbe dovuto andare ad alcune delle persone più creative nella nostra società non c’è andato. Si tratta di un disincentivo al loro lavoro. ” Fonte: http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=SPEECH/12/136&fo
7. “La proprietà intellettuale è protetta” è contenuto nell’art.17.2 della Carta Europea dei diritti fondamentali, che non lo definisce come un diritto fondamentale di per sé equivalente alla libertà di espressione o alla privacy.
8. Per il Consiglio Economico e Sociale dell’ONU, i diritti degli autori in relazione alle loro opere non è affine ad un diritto di proprietà reale: “E ‘quindi importante non mettere sullo stesso piano i diritti di proprietà intellettuale con i diritti umani riconosciuti nell’articolo 15, paragrafo 1 (c ) “del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali , che protegge “il diritto di ciascuno a godere della tutela degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore”.
9. Gli accordi TRIPS del 1994 del WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio), il Trattato sul diritto d’autore dell’OMPI (Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale) del 1996, i tentativi ricorrenti di un “Trattato Broadcast”, la EUCD nel 2001, l’IPRED nel 2004, l’IPRED2 nel 2005, l’Hadopi nel 2007, il tentativo di dirottare il Pacchetto Telecom dell’UE nel 2009 ed il SOPA/PIPA nel 2011, solo per citarne alcuni.
10. Il fatto che gli “americani” SOPA e PIPA siano stati rinviati dopo le imponenti proteste on-line, è stato in gran parte dovuto alle imminenti elezioni americane, ma entrambe i disegni di leggi potrebbero riaffacciarsi nel prossimo futuro. Si può citare anche il TTP Trans-Pacific Partnership
11. Per tali infrazioni a scopo di lucro, le misure devono essere decise da un corpo giudiziario e non da soggetti privati, come dovrebbe sempre essere.
12. Vedi i commenti de La quadrature sui piani della Commissione: http://www.laquadrature.net/en/lqdns-response-to-the-ipred-consultation~~HEAD=NNS
13. “Eccezioni e limitazioni al diritto d’autore” tutelano i diritti dei cittadini in relazione all’uso di opere protette da copyright